L’arte della calligrafia si insegna sin dai primi anni di scuola. Lo scrivere bene è sempre stata considerata una gran dote, sia da un punto di vista stilistico, sia da un punto di vista della creatività personale. E’ come se la scrittura ritraesse “l’animo” elegante di ogni persona. Per questo viene stimolata e curata sin dalle scuole elementari con bambini più piccoli.

Il mutamento della calligrafia

Oggi, purtroppo però, la bella scrittura non ha vita facile, poiché è la maggior parte delle volte viene ostacolata dalla tecnologia dei mass media, dagli smartphone, dai computer e dalla scrittura digitalizzata su qualsiasi dispositivo. Quando si scrive a mano si rischia di tracciare lettere quasi indecifrabili, proprio in seguito all’abitudine di utilizzare altri dispositivi.

Il bello di saper scrivere bene e con una ottima calligrafia, inoltre, è un buon modo che permette di rispecchiare la “personalità” di ognuno, un elemento positivo che ci contraddistingue, visto il potenziale della scrittura.

I corsivi principali

Il corsivo è una delle modalità più apprezzate per esprimere una bella scritturaL’esercizio è l’elemento fondamentale per diventare dei veri professionisti della bella calligrafia.

Ci sono inoltre due tipologie di corsivo molto usate e apprezzate: il corsivo inglese e la scrittura cancelleresca, molto utilizzati nelle rappresentazioni artistiche, a causa della loro eleganza e raffinatezza.

Il corsivo italico o la scrittura cancelleresca corrisponde a quella calligrafia corsiva maggiormente utilizzata, soprattutto in Occidente.

La calligrafia entra nella storia

Il primo intellettuale che instaurò questa forma di scrittura fu Ludovico degli Arrighi (1500), che con la sua opera  “La Operina”, aveva pubblicato il primo manuale della calligrafia. In questa opera vi erano le basi per “come scrivere in modo elegante e raffinato”. La modalità venne poi denominata appunto italica, molto simile all’arte carolingia.

Diversi personaggi della storia italica, inoltre, furono determinanti per questa arte di scrittura:

  • Papa Eugenio IV, il quale disse che i documenti del pontefice dovessero essere scritti in questo stile.
  • Giovanbattista Palatino e Francesco Cresci scrissero diversi manuali.
  • Michelangelo Buonarroti e Petrarca: il primo scrisse sonetti in italico e il secondo aveva sviluppato una scrittura denominata “Semigotica”, molto elegante, prototipo del corsivo.

L’altra tipologia di corsivo, invece, è quella “inglese” sviluppata nel Settecento appunto in Inghilterra, molto barocca che riprende sicuramente degli aspetti dell’italico, chiamata infine “Copperplate”. E’ sempre stata definita la forma di scrittura più elegante del paese, utilizzata maggiormente per attività di commercio, ma molto utilizzata anche ai nostri giorni, dalle istituzioni alle intestazioni ecc.

La calligrafia gotica

Questa forma di scrittura è una delle più antiche, bellissime, affascinanti e diffuse. Spesso sono sviluppate nei corsi di calligrafia. Ci sono maggiormente due tipologie di gotico:

·       Fraktur: definito anche “moderno” è l’unione di diversi tratti curvilinei e in verticale del XVI e del XVIII soprattutto nel Nord Europa. Molto utilizzato anche dai popoli germanici fino al XX secolo. E’ un corsivo con forme armoniche e tratti di barocco.

·       Textura: definito “antico”, riporta molto alla simbologia delle “rune”, molto diffusa in Francia tra i secoli XIII e XVI. La forma stilistica è rigorosa e di impatto, ha molti angoli ed è molto compatta. Dà l’idea di una “trama di un tessuto”, simile alla textura vera e propria.